"Ritorno a Pavia" di Alessandro Reali - Anno 2015
- manuelfigliolini
- 12 ott 2015
- Tempo di lettura: 2 min
"La solitudine è necessaria. L'odio è necessario. Io, a forza di odiare, ho rinnegato tutti. Anche mio padre, che faceva l'operaio e il sindacalista ma non capiva, non comprendeva quello che stava accadendo. Le bombe, i morti. le omissioni e le porcherie nascoste che, probabilmente, non verranno mai svelate. Ero un ragazzo, esaltato, come tanti altri (rossi o neri che fossero), quando gli studenti, il 17 febbraio del '77, a Roma si opposero a Luciano Lama, alla CGIL e quindi all'apparato del PC, la chiesa in cui mio padre aveva militato tutta la vita".
Negli anni '70-'80 l'Italia era percorsa da tensioni, lotta politica violenta e paure ... e questi fremiti si avvertivano anche nelle singole città. Pavia era fulcro della lotta armata per Alfio Saligari, Gianni Rubio Fagioli, Arianna Denti e Lorenzo Colli. Ancora oggi, Sandro Bontempi, porta con sè il vivido ricordo, anche se per lui le cose erano differenti, lui non aveva fatto la lotta armata, lui era un vigliacco. Adesso tutto torna a chiedergli il conto e torna anche la sua amata Beatrice ... ma lui non può affrontarlo il passato e chiede aiuto agli investigatori Sambuco e Dell'Oro. Tra passato e presente, alle porte del Natale, per gli investigatori si delinea un caso tra corrotti e corruttori, tra ideali ed ideologie ... alla ricerca dei pezzi mancanti.

Alessandro Reali racconta un periodo che ha sconvolto l'Italia, lo fa dal passato dei ricordi, lo fa nel presente del quotidiano dei protagonisti. Perchè quegli anni, per chi li ha vissuti, non sono così lontani come molti credono. Sono fantasmi che tornano, che non lasciano in pace gli animi. Sandro Bontempi, il filo tra passato e futuro, ha perso una gamba in un incidente, ed è il suo contrappasso. Lui rappresenta l'immobilità sociale. Si è sempre, da giovane, lasciato travolgere per inerzia e opportunità ma adesso, il destino, lo travolge senza che lui possa opporre resistenza dalla sua sedia a rotelle.
I personaggi di Ritorno a Pavia sono forti e ben disegnati, a cominciare dai due investigatori Sambuco e Dell'Oro. Due uomini completamente diversi, con indicatori morali diversi, ma volti tutti e due a cercare una giustizia. Alessandro Reali riporta, nei comportamenti degli investigatori, un macchiavellico: il fine giustifica i mezzi. E Sambuco e Dell'Oro sono l'esempio lampante di ciò.
La musica fa parte delle pagine del libro, sia Sambuco che Bontempi sono dei grandi amanti della musica che isola, che crea introspezione, che consola e che culla.
La letteratura gialla, in questo periodo, si cosparge di finali a sensazione, cercando di stupire il lettore con effetti speciali. Invece Reali crea un giallo classico, nel vero senso del termine, riuscendo a mescolare la storia italiana con la classicità dei grandi autori gialli. Il finale è degno dei grandi classici.
Reali è uno scrittore che mi ha fatto "innamorare" della sua scrittura con le sue pagine e la sua storia, è riuscito con eleganza a far crescere la tensione e costringere il lettore ad un crescendo lento ma costante.
Questo libro mi ha posto un grande quesito che rivolgo a voi, e solo leggendo riuscirete a trovarne risposta: puoi seppellire il passato ed essere sicuro che non ribussi alla tua porta?
Voto: 9,5
Edizioni: Fratelli Frilli
Anno: 2015
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