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"Il morso del lupo" di Luigi Balocchi - Anno 2015

  • Immagine del redattore: manuelfigliolini
    manuelfigliolini
  • 25 set 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

"Ero ancora lì. Oltre le querce, sarei arrivato al fiume. Su quel sentiero, poca terra pesta tra il fitto dei rovi, un viottolo ignorato anche da chi bazzicava da quelle parti, andavo per il bosco come sempre avevo fatto. Camminavo. Respiravo. Anche se volevo sedermi sulla riva del fiume non avevo affatto una meta. Volevo solo stare un po' con me stesso. Il bosco d'inverno è un ventre che cova. E' forma senza peso. Una rivelazione."

Nella bella e borghese Vigevano si compie un efferato omicidio. In una villa, di un quartiere residenziale, viene trovata morta (in maniera atroce) una ragazza, Sara Bigi. Il giornalista di cronaca nera della città s'interessa a questo omicidio che ha scombussolato la quiete, ma le indagini condotte dalle forze dell'ordine portano subito i loro frutti, in men che non si dica si trova un "presunto" colpevole, il fidanzato Roberto Turi. Ma sarà veramente stato lui?

Tutto parte da un fatto di cronaca realmente accaduto e che ha veramente catalizzato l'attenzione di tutta la nazione. Ma Luigi Balocchi non si ferma qui, alla semplice cronaca di un fatto, ma lo colora di noir sezionando quell'ambiente "agiato", quei ragazzi perbene e quel contesto borghese dove tutto avviene.

La scrittura di Balocchi è forte, decisa, tagliente e molto dotta. Le costruzioni delle frasi, le parole dimostrano una vera padronanza della lingua italiana, toccando temi forti (sesso e droga) senza scadere nella ovvia volgarità.

Il linguaggio duro, in alcuni passaggi, disegna perfettamente il tema noir che l'autore voleva portare ai nostri occhi: la caduta negli inferi. Una caduta lunga in una discesa a pendenza variabile, un baratro dove si cerca appiglio per risalire, ma molte volte la discesa è più comoda della salita. Nel libro di Balocchi le apparenze rappresentano la mano aggrappata all'orlo, la stessa mano che se mollasse la presa porterebbe direttamente nell'infero più profondo.

La scelta di non nominare il giornalista di cronaca nera, il vero protagonista del romanzo, allarga lo spettro delle possibilità: tutti possiamo essere lui. Questa scelta pone un grande quesito: tutto e tutti quelli che stanno intorno a noi, possono sembrare ben stabili sulla terra, ma possono anche aver già cominciato la loro discesa o aspettare lo scatto che permetta loro il salto dentro gli inferi.

Luigi Balocchi ha creato un noir capace di mostrare la corruzione di una società, implacabile, ancorata alle proprie maschere ... ma in cerca di occasioni per levarsele.

Voto: 7,9

Edizioni: goWare

Anno: 2015

 
 
 

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